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Abruzzo

Gli abruzzesi preoccupati per il virus: Inghilterra e Spagna

today13 Marzo 2020

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INGHILTERRA: Io vado via, dovrei andare via, da questo Paese di pazzi perché qui non stanno prendendo nessuna misura precauzionale, tutt’altro”. Lo dice all’Ansa Roberta, ragazza pescarese che si è trasferita da pochi mesi in Inghilterra. “Condivido l’appartamento con tre scellerati: hanno 25 anni e non si rendono conto della condizione che si sta sviluppando anche qui in maniera dilagante e della quale nessuno sta parlando. Questa cosa mi terrorizza ancora di più: tranquillamente escono, vanno in discoteca, e non adottano alcuna misura – ribadisce Roberta – A livello sanitario sono tempestata da messaggi sul gruppo di italiani a Southampton a Londra e in UK in generale, di ragazzi che fanno gli infermieri qui e parlano di situazioni, che ho visto io stessa in ospedale, che fanno rabbrividire”

SPAGNA:
“La situazione è grave, ma non si prendono decisioni. Qui nessuno sta facendo nulla. Una parte della popolazione ha paura e c’è la corsa ai supermercati, dove i prodotti stanno finendo, ma l’altra parte ignora completamente il problema e continua a girare, a fare feste come se nulla fosse. I locali e le catene sono tutti pieni, anche se domani dovrebbero chiudere alcune attività”. Lo racconta all’ANSA Enrico, studente abruzzese in Erasmus a Madrid. In Spagna i casi accertati hanno superato quota quattromila e una delle aree più colpite è proprio Madrid. Venticinque anni, di Tortoreto (Teramo), iscritto all’Università di Teramo, il giovane dice di voler tornare a casa: “Non voglio rimanere qui due mesi in questa situazione – afferma – Non si può rimanere bloccati in Erasmus, è l’opposto di ciò che dovrebbe essere. Se devo rimanere chiuso in casa, preferisco farlo nella mia città”. “Ieri – aggiunge – l’università ci ha scritto per chiederci se volessimo rientrare. Ci hanno dato la possibilità di scegliere, ma a mio avviso dovevano imporlo. In ogni caso non ci hanno detto come fare per rientrare, anche perché c’è il blocco dei voli verso l’Italia”. “Noi in casa ci siamo dati la regola di non uscire. Ma gli studenti Erasmus ignorano completamente il problema. Solo una parte di noi – conclude Enrico – è impegnata a sensibilizzare per far sì che qui non accada quello che sta succedendo in Italia”.

Scritto da: redazione

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